Ci sono fotografie che non avrebbero bisogno di alcun commento, perché parlano da sole. Le guardi, poi passi ad altro, ma poi le riprendi per poi voltare pagina sul giornale oppure oggi sul tablet, ma qualcosa ti obbliga a tornare indietro e a guardarle ancora. Sono immagini in cui ti cali a tal punto che i sensi stessi vengono coinvolti in profondità. Guardando la bambina che fugge con la pelle bruciata, nella sua disperata nudità, ti sembra di sentire il puzzo del napalm e della carne ustionata. Contempli con un misto di fascino e orrore l’ultimo attimo di vita dell’uomo, quando la pallottola del suo giustiziere è uscita dalla pistola a poche spanne dalla testa. E ti sembra di sentire il colpo secco che gli stronca l’anima.

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