Era partita come un’indagine da Csi: esami autoptici, analisi del Dna, ricostruzione degli spostamenti di un lupo travolto e ucciso da un’auto in una strada di campagna. E in una prima fase si era conclusa con la condanna di due allevatori per falso ideologico, importazione e detenzione illegale di specie protette dalla Convenzione di Washington. Ora ce ne sono almeno altri sette sotto indagine, con il timore concreto che cani lupo cecoslovacchi siano stati incrociati con lupi nordamericani (Wyoming, Alaska, Canada del Nord) ed europei (Carpazi e Scandinavia) e poi venduti in giro per l’Italia. Esemplari che potrebbero rivelarsi pericolosi per chi li tiene in casa, anche se — spiegano i forestali, ora neo carabinieri, guidati dal colonnello Daniela Piccoli — «non criminalizziamo gli esemplari cresciuti fin da cuccioli da coloro che, ignari di tutto, li hanno acquistati e ai quali sono stati peraltro lasciati in affidamento».

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