L’indagine di Legambiente, Animali in città, ha l’obiettivo di valutare e migliorare la convivenza tra persone e animali nei centri urbani. Dalle aree verdi al randagismo, il quadro che emerge è carente. L’editoriale della presidente di Legambiente.

L’Italia è un paese per cani e gatti? Dipende. Sì, a giudicare da quanto sono aumentati nelle nostre case negli ultimi vent’anni e da quanto dichiariamo di volergli bene. No, se teniamo conto delle risposte di un recente sondaggio di Legambiente sui servizi per gli animali offerti da comuni e Asl nelle città, che mostrano come, complessivamente, il grado di soddisfazione dei cittadini sia insufficiente o mediocre.

Vivere con cani e gatti ha molti benefici. Uno di questi è la diminuzione dell’insorgenza di allergie e asma

Ancora no, se si considera anche il rapporto tra le spese dichiarate dalle amministrazioni comunali e dalle aziende sanitarie locali per la gestione degli animali nelle nostre città e i risultati raggiunti: 245 milioni di euro in buona parte assorbiti dai canili rifugio, strutture indispensabili secondo il modello attuale ma fallimentari rispetto al benessere animale e alla prevenzione del randagismo. Una somma quattro volte superiore a quella impegnata in Italia per tutti i 23 parchi nazionali italiani e le 14 riserve naturali dello Stato e 70 volte superiore a quella per le 27 aree marine protette.

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