Sono gli animali da compagnia per eccellenza e sono sicuramente i più diffusi nelle case di tutti noi. Si tratta dei cani e dei gatti, così diversi fra loro da dividere i rispettivi fan in due vere e proprie fazioni. A prescindere dai gusti personali, spesso si considera vera l’affermazione in base alla quale il miglior amico dell’uomo sia più intelligente del suo corrispettivo felino. Ma siamo sicuri sia proprio così?

L’Università di Kyoto si è spesa in una ricerca, pubblicata sulla rivista Behavioural Processes, che dimostra come probabilmente un luogo comune ormai famoso debba essere rivisto. Svolgendo un test su 49 gatti domestici, gli studiosi giapponesi hanno provato che gli esemplari coinvolti erano in grado di manifestare segni evidenti della cosiddetta memoria episodica, cioè il ricordo unico di un evento specifico. In altre parole riuscivano a riportare alla memoria esperienze positive, tipo quando e dove avevano consumato qualcosa di loro gradimento. Ovviamente si tratta di una caratteristica tipica degli esseri umani, che utilizzano il bagaglio di ricordi creato negli anni e che è esclusivo di ogni singola persona. Memorie autobiografiche che consentono di “viaggiare indietro nel tempo” e che si sapeva essere una peculiarità propria anche dei cani, ma non dei gatti.

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