Il cane vola oltre l’ostacolo. Veloce come un proiettile. Poi cerca, si blocca: un abbaio, un altro. L’olfatto è l’unico senso al quale si affida quando cerca. Vive per qualche attimo in un mondo di odori, esclude ogni altro senso. Finché non ha trovato ciò che è stato addestrato a cercare. E solo allora abbaia e quando coglie la voce del suo conduttore che gli urla “bravo! Bravo”. Un semplice aggettivo, bravo, è la sua gratificazione. L’”effluvio” gli ha detto che il malcapitato sepolto là sotto è ancora vivo, respira. Niente lo può distrarre quando è in ricerca. Non l’odore di un altro animale né dei resti di cibo.
Eccoli i quattro-zampe arruolati dai Vigili del Fuoco presso la Scuola Nazionale di Volpiano dove si selezionano e si addestrano le unità cinofile: binomio uomo-cane inscindibile, formati per essere un’unica entità, per capirsi con un solo sguardo, per avere fiducia cieca l’uno nell’altro. Sono 103 le unità operative nel nostro Paese. Devono diventare 186 in base al piano di riordino del Corpo Nazionale e per questo il gruppo di istruttori lavora senza tregua. Antonio Tassi, 51 anni, che li coordina, spiega che «l’addestramento dura 9 mesi. Una settimana di lavoro intenso ogni mese». Lungo il percorso ci sono cinque esami. Anche alla vigilia dell’ultima tappa può accadere di essere rimandati a casa senza brevetto.

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