Queste due storie sono come treni che corrono su binari paralleli. Il primo ha già raggiunto la stazione d’arrivo, dove una bambina viene trattenuta a stento da una folla in festa, che le impedisce di finire, per la gioia, sui binari prima che il convoglio si fermi.

Il secondo corre nella notte gelida e nessun ferroviere ne conosce la meta. In tutte le stazioni dove passa invisibile, c’è il viso di un bambino disperato, che versa lacrime sui binari.

Il primo treno corre sui binari dei sobborghi di Melbourne (Australia). Lì vive Maya, un’adorabile bambina di quattro anni, assieme ai genitori e a Sasha, un cane Labrador di due mesi, che una strana cicogna ha depositato sulle zerbino di casa otto giorni prima. «Forse era stanca di volare – pensa ancora oggi Maya – ma, per fortuna, la mamma rientrava proprio nel momento in cui il grande uccello con la coda riprendeva il volo». Dopo un solo giorno Maya e Sasha sono un organismo solo. Una notte, papà Ryan Hood e sua moglie Elena Sardi, dopo avere brontolato perché il cane saliva sul lettone di Maya, si alzano incuriositi da uno strano rumore e trovano la bimba che dorme nella grande cuccia tra le zampette di Sasha. Non ce la fanno a sgridarla. Vuoi forse gettare la chiave giusta per entrare nel cuore di una bambina di solito un po’ troppo triste e schiva?

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