Ogni giorno leggiamo sui quotidiani e sui social o vediamo in Tv storie di uomini che hanno incontrato un animale domestico che gli ha cambiato la vita in un percorso che ha un doppio senso di marcia.

Questa complessa interazione di sentimenti ed emozioni esplica il suo massimo climax quando la malattia e il dolore, fisico o mentale che siano, prendono il sopravvento. Me ne accorgo, ancora una volta, rivelando una vicenda che mi riguarda molto da vicino. Una settimana fa a Pio (il mio gatto maschio di 10 anni) è stato diagnosticato un tumore inoperabile al cervello. Se prima non lo trascuravo, oggi vengo a casa in largo anticipo dal lavoro, esco sempre più tardi o non esco affatto e passo ore a carezzargli la testa, quasi potessi, con il potere della mano, compiere i miracoli pretesi dai pranoterapeuti. Se prima non riuscivo a rallentare il ritmo, quei due occhi ignari, spalancati nel chiedersi come mai tanta attenzione, hanno cambiato il mio stile di vita. Trascuro molto di più quella vecchietta di gatta che è Lulù, la femmina che ha compiuto 20 anni, ed è peraltro in piena salute. E veniamo ai veri due protagonisti della storia che vi voglio raccontare dopo averla letta su Dodo web.

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