Basta poco per innamorarsi di un cane a prima vista. Gli occhi, quel pelo arruffato, un’espressione un po’ così. Basta una foto sul web e non importa se si tratta di un randagio trovato in Sardegna. Anzi, ancora meglio: scatta una gara di solidarietà, un’adozione in piena regola, quasi si trattasse di un bambino.

In Sardegna
A coordinare le operazioni da Torino per «Zampe Sarde» è Vito Silla, 45 anni, che di professione fa l’impiegato e da 18 anni dedica tutto il suo tempo libero a trovare casa a cani randagi. Sono oltre 300 quelli che ha già sistemato negli anni. «In Sardegna c’è un tasso di randagismo molto alto e pochissime adozioni – spiega Silla, dal telefono sempre a disposizione, – mentre a Torino c’è tanta richiesta soprattutto di cani di piccola taglia».

L’arrivo a Torino
Gli ultimi 5 sono atterrati il 22 giugno a Caselle, accompagnati come al solito dalle «staffette», padrini o madrine di volo che li portano dalla Sardegna a Torino. Uomini d’affari che fanno spesso la rotta da Olbia e da Cagliari o volontarie che si pagano un viaggio andata e ritorno pur di salvare un cane in più. Se sono grandi viaggiano in stiva, altrimenti in cabina.

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