È diminuito, nel 2017, il numero di animali usati per la sperimentazione scientifica passando da 611.707 cavie nel 2016 a 580.073 e fra le specie si registra l’aumento di utilizzo dei cani a 639 nel 2017 (486 inclusi i riutilizzi nel 2016), ma anche di conigli, furetti, maiali, bovini, pesci e cefalopodi con un’impennata nel ricorso ai macachi, arrivati a 548 (nel 2015 erano 224, raddoppiati a 454 nel 2016); se si includono i primati riutilizzati in una seconda procedura, si arriva a 586 scimmie. Sono i numeri relativi all’utilizzo di animali a fini scientifici per l’anno 2017 del ministero della Salute pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.

Numeri che la Lega Antivivisezione definisce «allarmanti» riferendosi anche a quelli delle «procedure dolorose» riguardanti il 46% degli animali e indicando in aumento a 2.538 gli animali allevati per il solo mantenimento di colonie geneticamente modificate mentre sono stati 1.598 gli animali ancora utilizzati a fini didattici.

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