Spari nella notte e cani massacrati a terra, giustiziati con una pallottola in testa. Nelle strade Taghazout, un paese del Sud del Marocco, dal centro dell’abitato lungo i vicoli che portano alle spiagge, una trentina di cani randagi sono stati uccisi così, a fucilate. Lo stesso accadeva, praticamente contemporaneamente, ad Aourir e nella famosa Agadir. Dietro alla strage dei randagi ci sarebbe, secondo le associazioni animaliste locali, la possibile candidatura del paese a sede dei prossimi Mondiali di calcio del 2026 e la sempre maggiore aspirazione a trasformarsi in aree di attrazione turistica di queste cittadine. A denunciare i fatti sono stati per primi proprio i turisti che, terrorizzati da ciò a cui stavano assistendo, hanno cominciato a postare sui social foto, video e notizie su quanto vedevano. Le denunce sono state poi confermate dalle associazioni locati e fra queste, l’italiana Stray Dogs International Project che il territorio marocchino in questione lo conosce molto bene avendo avviato, grazie al lavoro degli educatori cinofili Clara Caspani e Lorenzo Niccolini, uno straordinario progetto di convivenza pacifica con i randagi della zona che ha fatto del Marocco un vero e proprio modello per l’integrazione e la libera convivenza tra uomini e cani (qui il reportage di Diana Letizia).
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