Nate di 26 settimane, le due gemelline sembravano star bene, ma per Amber si dovette procedere rapidamente a una tracheostomia con lesione delle corde vocali. Amber era muta. Per questo, Julian e Tracy Austwick erano disperati perché Amber non avrebbe più potuto esprimersi compiutamente

I medici che avevano in cura Amber dimostravano, ogni mese che passava, sempre maggiore pessimismo e non trovavano alcun intervento possibile che la restituisse a una relativa normalità.

A tre anni di vita e su sollecitazione della madre, ad Amber fu impiantata una speciale valvola che permette all’aria di passare nel tubo da tracheostomia sopra le corde vocali, ma il funzionamento del dispositivo è relativo al danneggiamento delle corde vocali stesse. Nessuno poteva predire cosa sarebbe successo e se Amber avrebbe potuto, in qualche modo, esprimersi come molti altri bambini. I primi tentativi non promettevano nulla di buono e un giorno, a Tracy venne un’idea che comunicò a suo marito. «Julian, le abbiamo provate tutto. Ho sentito storie di bambini disabili che hanno tratto gran giovamento dalla compagnia di un asino». «Un asino? Ma figurati, se non ce la fanno i medici…». «D’accordo, non voglio illudermi ma proviamoci almeno».

L’asino in questione si chiamava Shock. Era stato trovato legato così stretto con una corda, in una fattoria irlandese, che si era tagliato profondamente il collo. Una volta tratto in salvo, Shock era stato avviato al Centro di terapia assistita del Donkey Sanctuary a Birmingham, dove specialisti del campo iniziarono un paziente addestramento come asino per la terapia dei bambini disabili. L’oasi era a un tiro di schioppo dalla casa Austwick. Alla fine, perché non tentare?

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