La piccola Victoria è stata uccisa dai due pitbull della sua famiglia. Ieri, poco dopo le 19,30, la bimba di 14 mesi, che era sola con il nonno, è uscita nel giardino della sua casa di Flero, provincia di Brescia: i cani l’hanno aggredita e ferita mortalmente alla testa. Il nonno non è riuscito ad aiutarla: è stato morsicato ed è finito in ospedale.

Non si sa perché i pitbull abbiano azzannato Victoria, ma è già successo altre volte che i cani diventassero pericolosi per i bambini dei loro proprietari.

Come può accadere? E come evitarlo? Ne abbiamo parlato con Chiara Mariti, medico veterinario esperto in comportamento, ricercatrice del Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa e membro fondatore dell’Avec, associazione di medici veterinari esperti in comportamento.

Perché accade che i cani aggrediscano i bambini?
«Perché sono anche fisicamente più piccoli, e non sono in grado di interpretare il linguaggio dei cani e di leggere i loro segnali di avvertimento: i bambini sono le più frequenti vittime di morsicature, soprattutto di quelle letali. Per un cane è più facile morderli, ad esempio, sulla testa, o nelle zone più delicate del corpo».

E quali sono i segnali di avvertimento?
«Il ringhio è uno di quelli fondamentali. Ma lo sono anche i segnali di paura, come le orecchie e la coda basse: un cane intimorito può reagire in modo aggressivo. Un altro è lo snapping, il “morso a vuoto” in aria, con cui il cane indica uno stato di tensione. Almeno il 90% dei cani manda segnali prima di aggredire».

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