Chi ha perso un animale molto probabilmente conosce la leggenda del Ponte dell’Arcobaleno. E’ una storia molto bella. C’è un luogo nell’aldilà, proprio alle porte del paradiso, dove si ritrovano dopo la morte i cani e i gatti e tutti gli animali che hanno condiviso la loro vita con un umano. E’ un grande prato dove il sole risplende sempre, ricco di acqua e di cose buone da mangiare. Ogni animale che vi arriva ritorna giovane e sano, e tutti giocano insieme felici. Ma ogni tanto qualcuno interrompe il gioco, si volta, annusa l’aria e scruta l’orizzonte eccitato. Il suo umano sta arrivando, e non appena lo scorge l’animale gli corre incontro veloce, gli salta in braccio, lo lecca felice mentre l’umano si perde nel suo sguardo dolce. Sono di nuovo insieme, e insieme percorreranno il Ponte dell’Arcobaleno per raggiungere il paradiso, dove nulla potrà più separarli.

E’ una leggenda recente, ma ha un sapore antico che ne fa un classico: a volte viene attribuita agli indiani d’America, a volte al mito nordico. In realtà è nata negli anni Ottanta negli Stati Uniti, forse per la penna di uno psicoterapeuta dell’Oregon specializzato nell’elaborazione del lutto, forse grazie ad una coppia di volontari della Pennsylvania impegnati nella cura dei furetti abbandonati.

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