Quando sono arrivati al rifugio dell’Enpa di San Genesio ed Uniti, nel Pavese, i cuccioli e i cani più giovani non riuscivano nemmeno a tenere gli occhi aperti. La luce, quella cosa sconosciuta dopo mesi di reclusione — per alcuni anni — in una stanza buia, metteva persino timore. Una storia triste di cui, fortunatamente, si può raccontare il lieto fine. Trentotto cani di razza Breton sono stati salvati dalla loro prigione, le quattro mura domestiche di una villetta di Marcignago, nelle campagne ad ovest di Pavia. La padrona, vedova sessantenne, che aveva sviluppato una sorta di ossessione, un accumulo compulsivo nei confronti delle povere bestiole che dice di amare, non era più riuscita ad avere il controllo della situazione. Le femmine non erano state sterilizzate, i cani si erano accoppiati più volte. Le cucciolate sempre più numerose, lo spazio era rimasto lo stesso ma mai all’aria aperta. Un caso noto da tempo in paese, tanto che Comune e Asl già cinque anni fa furono costretti ad intervenire portando via dieci cani.

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