Otto cani e un naso elettronico, per fiutare il tumore al polmone e fare diagnosi precoce. Succede allo Ieo di via Ripamonti a Milano, l’ospedale fondato da Umberto Veronesi, dove il team del dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia dell’istituto e della Statale, ha condotto uno studio, grazie a un finanziamento di 150mila euro arrivato dall’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro). L’insorgere di un tumore fa scattare nell’organismo delle alterazioni a livello fisiopatologico, che possono essere rintracciate nel respiro o nell’urina. Di qui, l’idea dei ricercatori dello Ieo: usare i cani per individuare, nelle urine, eventuali tracce di cellule tumorali. I cani che sono stati arruolati dall’istituto per la ricerca sono otto: tra loro, due pastori belga, un bassotto, un dobermann. Sono stati addestrati dal Dipartimento di veterinaria della Statale, in modo simile a quanto avviene per quelli che, negli aeroporti, sono usati per scovare droga o esplosivi. Così, questi cani sono stati addestrati a riconoscere, tra sei campioni di urina di cui solo uno proveniente da una persona ammalata, quello del paziente a cui era già stato diagnosticato il tumore.

 

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