Gli attori erano dei cani, e non era un insulto. Accadde all’alba del cinema sonoro, quando Hollywood era travolta da una febbre sperimentale: nascevano le prime stelle, i primi kolossal e seguivano le prime satire. E così, dal 1929 al 1931, presi da chissà quale ispirazione, decisero di girare le Dogville Comedies, corti in cui gli attori erano cani vestiti da esseri umani, in cui affrontavano ogni genere di avventure. Gli “all-barkies”, insomma. Erano anche un modo per mettere in mostra il potenziale della nuova tecnologia, il sonoro: gli animali recitavano abbaiando e poi venivano doppiati con voci umane.

Questi “capolavori”, ormai dimenticati nelle pieghe della storia del cinema, venivano proiettati nei cinema prima del film principale. E anche se, a prima vista, potrebbero sembrare prodotti pensati per un pubblico di bambini, il vero target era adulto. Le storie giravano intorno a intrighi, tradimenti, omicidi (canicidi), perfino il cannibalismo.

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