Usare i propri gatti per disturbare la vicina di casa è stalking. Lo ha stabilito la Cassazione in una sentenza che ha conquistato la ribalta nazionale. I giudici, confermando la sentenza di condanna della Corte d’appello di Trento, hanno stabilito che i comportamenti molesti della vicina, che avrebbe lasciato liberi di scorrazzare i suoi numerosi gatti sporcando le aree comuni, integrano il reato di atti persecutori. Il caso dunque si chiude al terzo grado di giudizio con condanna della ricorrente a pagare le proprie spese e quelle della parte civile (quantificate queste ultime in ulteriori 2.000 euro).

Protagoniste di questa curiosa querelle anche giudiziaria, sono due anziana donne e vicine di casa che, evidentemente, proprio non riescono ad andare d’accordo.
L’imputata è accusata in primis di aver molestato la vicina con i suoi gatti “sporcaccioni”: gli animali invece che fare i bisogni nella lettiera pare abbiano colpito a più riprese  sulle scale e nelle zone verdi comuni.

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