Una lunga intervista su “Specchio” de “La Stampa“ a firma Alberto Infelise, il cantautore romano risponde ad un ultima domanda. Cosa raccontano le “carezze per parlare con i cani”?
«Forse il mio cruccio più grande. Ho amato i cani per tutta la vita. A volte mi aspetto che possano rivolgermi anche loro una parola. Poi scopro che c’è un linguaggio di occhi e di musiche che nessuna bocca riuscirà mai a raccontare. Con i miei due pastori tedeschi mi confessavo. Quando morì il primo dei miei cinque maltesi ne fui distrutto. Non si parla mai di dove si ritrovano gli animali che non ci sono più: ma sarebbe bello poterli ritrovare».

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